Alla fine non so quanto conti la differenza tra un genere e l'altro, o la conoscenza più o meno approfondita del rap italiano. Il discorso è semplicemente questo: mi piace / non mi piace. Si era partiti da questo. C'è un sacco di gente che non ama il jazz o un tipo di jazz e non per questo deve a tutti i costi conoscerlo meglio per giudicarlo: si può giudicare una canzone senza saper nulla del contesto in cui è stata scritta o del passato del suo autore. E più che altro m'infastidisce vedere cantanti che fanno proseliti e vengono considerati intellettuali per aver scritto le suddette due rime messe in croce infarcendole con qualche colpo di batteria e ingabbiandole in uno schema metrico che non è poi niente di nuovo (il vecchio esametro o alessandrino, per la cronaca).
Ste_cb cita Caparezza (additandolo a esempio negativo, immagino): qui vorrei aprire un discorsetto a parte perché, anche se questo autore non mi piace, devo riconoscergli un'abilità nella scrittura dei testi che gli altri rappers o aspiranti tali - e Fabri Fibra soprattutto - non si sognano nemmeno. Si parlava di rime? Ecco: Caparezza con quella canzoncina che fa "Sono fuori dal tunnel" o con una delle ultime uscite (quella su Luigi delle Bicocche), o altre che i più informati sapranno citarmi, inventa dei testi parecchio originali e complessi. E proprio le rime meriterebbero uno studio: in quei brani ce ne sono di imprevedibili e d'ogni sorta, da quelle mistilingue - alla Elio - come "Dandy / non mi comprendi", e le più complicate "Lodi / Adrien Brody" "videopoker / Bram Stoker", a quelle multiple e assonanti ("Io sono pane per gli usurai ma li respingo / Non faccio l’Al Pacino, non mi faccio di pacinko
Non gratto, non vinco, non trinco/ nelle sale bingo/
Man mano mi convinco") ecc. Poi non so se Caparezza si possa definire un rapper o no, dico solo che è forse il migliore autore di testi sulla piazza, anche se la sua musica non mi piace quasi mai. E scusate la digressione.