Ricordo Epifanie terribili, vigilie angosciose in cui si pensava al ritorno a scuola come a un debito in protesto e si dovevano fare i compiti ch'erano rimasti in sospeso nei primi tredici giorni delle sospirate e fugaci vacanze di Natale.
Un giorno orrendo per tutti: il 6 gennaio del '92, quando i sadici professori avevano deciso di attenderci al varco con tre compiti in classe e altrettante interrogazioni a tappeto previste per la ripresa delle lezioni; roba da suicidio di massa, un'autentica maratona di terrore e sopraffazione ai danni di ventotto disgraziati studenti. Ricordo che, fino al giorno prima, avevo passato le feste coi miei cugini che erano venuti a trovarmi. Chi poteva pensare a studiare - o anche solo a fare i compiti - tra i regali di Natale e i bravi parenti che non vedevi da mesi? Di colpo tutti erano ripartiti per la patria lontana e ti ritrovavi da solo, sprofondato in un incubo: l'affannoso tentativo di recuperare il tempo perso studiando all'impazzata un libro sull'altro serviva solo ad aumentare l'angoscia.
La sera trasmisero alla tivù la consueta estrazione del primo premio per la lotteria Italia. Me n'ero sempre altamente infischiato, ma quella volta no. Quella volta desiderai ardentemente di vincere, stringendo il biglietto come fosse un'ancora di salvezza, sognando ad occhi spalancati un domani meraviglioso in cui avrei potuto farmi beffe di tutte le interrogazioni e dei compiti in classe del mondo, concedendo un meritato riposo ai diari, ai quaderni, al libretto delle giustificazioni e anche a me stesso, perché col primo premio della lotteria in tasca ci si può anche permettere di allungare le vacanze. Inutile dire che, invece, non vinsi nessun premio e il giorno dopo andai a scuola per prendermi il mio quattro regolamentare in tecnica bancaria e soffrire in silenzio il ritorno fra i banchi.
Oggi, vedendo mia cugina imprecare davanti a un passo dell'Eneide che doveva riassumere, mi sono improvvisamente tornati alla mente quelle vigilie funeree e insopportabili che "tutte le feste si portavano via", secondo l'esecrando detto.